mercoledì 26 febbraio 2014

STONER di JOHN E. WILLIAMS ed Fani

Cosa rende grande una storia? Cosa la rende importante a tal punto da essere narrata? E perchè dovremmo scriverla? Il nostro compito è di portare la gente a divagarsi in imprese eroiche in mondi lontani? Dobbiamo a tutti i costi inventare o possiamo anche osservare e riportare?
Molti non amano per nulla il sano realismo nel cinema e nella letteratura, vogliono vivere avventure mozzafiato dando la caccia a draghi,maghi,scopare selvagge principesse dei barbari.
Trovano noiosa la vita quotidiana, deprimente per tanti e nobili motivi. Quindi per loro questo libro è il classico esempio di cosa evitare accuratamente. Magari con lo sdegno di chi ha il super potere di "sognare" anzi il copyright e quindi: ma che palle sto libro non succede nulla.
E invece succede tutto: ad esempio la vita.  Perchè se non sprecassimo la nostra energia a fuggire da essa,a disimpegnarci nel viverla,e caro mio: capiresti che vale la pena viverla  e narrarla.
Tutti noi siamo storie avvincenti: di amori , appuntamenti mancati,vacanze con gli amici alla conquista del mondo, sofferenze e declino amaro, riscoperta dell'amore,lotta per un mondo migliore, deliri sulle scie chimiche, a volte tragici,spesso comici
La vita è cinema , la vita è romanzo. Non serve scappare lontano,ti guardi intorno e hai tutto quello che ti serve.





Così eccolo qui il nostro  libro: la vita di un modesto professore universitario americano in una piccola università della profonda provincia americana. Stoner è un modesto figlio di poveri agricoltori, grazie alla passione che un vecchio professore mette nelle sue lezioni decide di insegnare nella vita.
Così lo vediamo mentre cerca di lasciare una traccia nella vita degli alunni,si sposa, ha una figlia..Ma..
Ma Stoner è uno dei tanti invisibili che spesso si lasciano trascinare dagli eventi,che forse hanno sogni di gloria, ma li lasciano alle spalle accontentandosi di poco. Il matrimonio con Edith fallisce subito. Piccole incomprensioni, indifferenze, malcontenti che vivono tante coppie. E poi la carriera universitaria bloccata dall'odio di un collega
Stoner oppone fragili resistenze e poi si abbandona a una mediocre sconfitta,quasi mai troppo dolorosa.
Ma ci son pagine meravigliose dove il romanticismo quotidiano trova l'epica dell'amore ,ed è quando lui conosce una giovane donna con la quale potrebbe raggiungere la felicità,ma anche questa è destinata al fallimento

Williams scrive in modo semplice ed implacabile. Non sforza la tragedia, non cede al patetismo,eppure commuove profondamente e alla fine Stoner ti sembra di conoscerlo,capirlo,comprenderlo.
La vita , quella che viviamo ogni giorno, diventa grande protagonista . Le atmosfere dolce e amare nello stesso tempo ci ricordano quello che siamo. I nostri progetti finiti in una fabbrica, un negozio,un ufficio, i grandi amori lasciati alle spalle,l'incapacità di agire sul destino nostro e dei nostri cari
Commuove,questo libro, quando si occupa del rapporto tra Stoner e sua  figlia Grace, toccando vette di dolente infelicità assoluta,ma senza ricatti morali. Poche frasi,semplici gesti ed è tutto.

Il libro al momento della sua uscita nel 1965 non ebbe fortuna alcuna,quasi 40 anni dopo è stato riscoperto, diventando un cult per lettori e scrittori.

Spero solo non lo rovinino con un brutto film,lo spero tanto.
Voi invece fatevi un regalo: compratelo!

domenica 16 febbraio 2014

DR SLEEP di STEPHEN KING

La pietà e la compassione, possono essere la struttura, la radice, la base di un romanzo "Horror"? Può una storia che dovrebbe spaventarci  e disturbarci commuoverci prepotentemente per la sorte amara e malinconica di quelli che sono in sostanza i cattivi? Un romanzo dell'orrore non dovrebbe , in fondo, tener conto solo di trovate fantasiose e macabre, di frattaglie, di morti orripilanti, di mostri spaventosi e idioti gettati in pasto a costoro?
Quanto è riduttivo il pensiero comune su un genere che più di altri invece si apre a momenti di seria riflessione, di denuncia sociale, di battaglie contro quel mondo che respinge ed emargina i diversi di ogni risma e fattura.
King da Joyland porta quell'atmosfera malinconica e di umanissima fragilità che riempiva quel bellissimo romanzo sull'addio alla giovinezza,al tempo passato, alle estati dei nostri venti anni.
Qui il popolarissimo scrittore di Bangor, Maine, riprende un suo classico e tra i più amati: Shining, scrivendo un vero e proprio sequel. Sapete quella legge secondo la quale ogni seguito è destinato ad essere inferiore al primo? Ecco questo non capita con questo splendido romanzo che si sorregge sopratutto per l'abilità incontrastata del Re di dar vita e spessore a personaggi mai banali,scontati, ridotti a puro mezzo di intrattenimento o come carne da macello.




La storia comincia con il famoso Hotel Overlook in fiamme, prosegue con il piccolo Dan perseguitato da alcuni fantasmi che appartenevano all'albergo  . Dovrà tornare in azione il vecchio Helloran per dar al piccolo Dan l'ultima lezione su come sopravvivere ai mostri. Fino a quando lui stesso diventerà Maestro di qualcuno.
Anni dopo Dan è un alcolizzato , un derelitto sociale, rimasto orfano di madre, vive perdendosi di bar in bar.  Fino a quando tutta una serie di eventi lo porteranno a un dolorosissimo riscatto. Salta agli occhi come King sappia rendere interessante anche l'ennesima figura di alcolizzato in cerca di redenzione,perchè Daniel Torrance non è un personaggio da romanzo,ma una Persona. C'è tanta fragilità e debolezza e miseria così reale , concreta, che noi non possiamo a far a meno di provare simpatia per lui e vederlo come uno che potremmo incontrare mentre siamo in fila al supermarket o in un qualche ospizio mentre si occupa di qualche vecchio giunto alla fine del suo viaggio. Si, perchè questo è il suo lavoro. Usare il suo potere: La Luccicanza, per dar sollievo e sostegno alla gente che sta lasciando questo mondo.


Quanta attenzione, partecipazione, dolore vivo e vivida tenerezza ci mette King nel descrivere questi trapassi. Ognuno di noi merita di morire bene,circondato dall'affetto di una persona, anche se con strani poteri e parecchi problemi con la legge e l'alcol alle spalle. E di un gatto. Che stranamente "sa" quando il triste mietitore arriva da te. Non puoi farci niente amico, lui non sbaglia mai.
Perchè Dr Sleep pur avendo elementi horror- la morte splatter e crudele di un povero ragazzino fatto a pezzi e sbranato ancora vivo dai cattivi di turno- non è solo un romanzo dell'orrore. Anzi, esattamente come piace a me, il genere è il mezzo che si usa per dire e parlare anche di altro.
Di solitudine,prima di tutto. Dan e i suoi amici non sono eroi, hanno grossi sbagli alle spalle, sono soli, hanno conosciuto l'alcolismo, oppure sono gente terribilmente " normale",anche banale,ma King non ce li descrive mai con arroganza malignità o astio, ci dice solo: "guarda nel mondo tanti non sono eroi e non hanno sogni di gloria da lasciare in eredità, ma non sono nemmeno dei vagabondi nel deserto della miseria e delle vite squallide: sono gente normale. Invisibili". Lo stesso valga per il Vero Nodo: i cattivi.

Questi esseri che da secoli vagano con i loro mezzi di trasporto sulla faccia della terra succhiando "la luccicanza" in particolare ai poveri bambini, sono certamente sadici assassini,ma sono ancor di più legatissimi tra di loro. Hanno legami sentimentali e di amicizia fortissimi e le pagine migliori sono legate proprio alla commozione devastante della loro capa Rose, per la morte di alcuni appartenenti a questo gruppo.




Cosa ci rende i cattivi e cosa i buoni? Questa è la domanda che lo scrittore ci pone. Senza risposte, decideremo noi. Ma la fine di questi " mostri" se da una parte ci fa piacere dall'altra ci fa persino spendere delle lacrimuccie . Non c'è divisione netta tra santi e demoni, non c'è la via facile dei personaggi netti e tagliati con l'accetta, non c'è un " a sinistra i buoni e a destra, da tradizione, gli stronzi". No.
Ci sono persone costrette a vagare sui loro anonimi camper di stato in stato ,a nutrirsi dopo aver torturato e seviziato bambine e bambini dotati dello stesso potere di Dan e della sua piccola amica Abra.  Alla fine tutti soffrono, tutti vivono come possono, nascosti e braccati dai cattivi ricordi o da azioni esecrabili.. Sopra di loro lo sguardo amarissimo,e umanissimo di Stephen King.

Così ti dimentichi di fare paragoni con il libro di trenta e passa anni fa. Che per carità gioca anche un ruolo fondamentale qui , ( e quel saluto paterno, per quanto brevissimo, brucia lacrime nei nostri occhi e fa palpitare il nostro cuore),ma è anche un grandissimo lavoro che vive tranquillamente una vita propria.



Ed è un libro che ci consegna uno scrittore famosissimo, popolarissimo,che non teme alla sua età di scrivere cose più sentimentali, di parlare di essi - dico dei sentimenti- benissimo e  in un contesto avulso al genere . Come se l'età avesse portato a King la certezza che si : viviamo in un mondo di merda,ma che proprio per questo ognuno di noi ha una sua tragedia, una sua tendenza alla crudeltà e tanta disperata fragilità, voglia di avere qualcuno che tenendoci per mano ci accompagni fino alla fine.

Come sapete noi uomini, per via di una solida e pezzente tradizione machista, non dobbiamo mai piangere,mai abbandonarci a un pianto dirotto e purificatore. Non è da veri uomini, e spero prima di morire anche di riuscir a comprendere cosa sia un vero uomo. Non vorrei che siano quelle vere e immonde teste di cazzo che mi portano come esempio.
Bè,anche io non piango mai. Mi faccio bruciare la gola,il labbro che trema e tante lacrime,ma mai singhiozzo.Ecco,dico solo: per una volta tanto, evitate questa tortura che mi sono scioccamente imposto. Perchè?
Perchè il finale di Dr Sleep, le sue ultime due -tre pagine sono quanto di più commovente e nel senso alto e nobilissimo del termine sia stato scritto in questi anni , in ambito horror
Una lezione sul perdono, sulla tragedia di ogni morte, sul non giudicare mai le persone e odiarle seguendo solo la nostra singola idea.
Dr Sleep è un libro fondamentale nel genere e forse anche oltre