Cosa rende grande una storia? Cosa la rende importante a tal punto da essere narrata? E perchè dovremmo scriverla? Il nostro compito è di portare la gente a divagarsi in imprese eroiche in mondi lontani? Dobbiamo a tutti i costi inventare o possiamo anche osservare e riportare?
Molti non amano per nulla il sano realismo nel cinema e nella letteratura, vogliono vivere avventure mozzafiato dando la caccia a draghi,maghi,scopare selvagge principesse dei barbari.
Trovano noiosa la vita quotidiana, deprimente per tanti e nobili motivi. Quindi per loro questo libro è il classico esempio di cosa evitare accuratamente. Magari con lo sdegno di chi ha il super potere di "sognare" anzi il copyright e quindi: ma che palle sto libro non succede nulla.
E invece succede tutto: ad esempio la vita. Perchè se non sprecassimo la nostra energia a fuggire da essa,a disimpegnarci nel viverla,e caro mio: capiresti che vale la pena viverla e narrarla.
Tutti noi siamo storie avvincenti: di amori , appuntamenti mancati,vacanze con gli amici alla conquista del mondo, sofferenze e declino amaro, riscoperta dell'amore,lotta per un mondo migliore, deliri sulle scie chimiche, a volte tragici,spesso comici
La vita è cinema , la vita è romanzo. Non serve scappare lontano,ti guardi intorno e hai tutto quello che ti serve.
Così eccolo qui il nostro libro: la vita di un modesto professore universitario americano in una piccola università della profonda provincia americana. Stoner è un modesto figlio di poveri agricoltori, grazie alla passione che un vecchio professore mette nelle sue lezioni decide di insegnare nella vita.
Così lo vediamo mentre cerca di lasciare una traccia nella vita degli alunni,si sposa, ha una figlia..Ma..
Ma Stoner è uno dei tanti invisibili che spesso si lasciano trascinare dagli eventi,che forse hanno sogni di gloria, ma li lasciano alle spalle accontentandosi di poco. Il matrimonio con Edith fallisce subito. Piccole incomprensioni, indifferenze, malcontenti che vivono tante coppie. E poi la carriera universitaria bloccata dall'odio di un collega
Stoner oppone fragili resistenze e poi si abbandona a una mediocre sconfitta,quasi mai troppo dolorosa.
Ma ci son pagine meravigliose dove il romanticismo quotidiano trova l'epica dell'amore ,ed è quando lui conosce una giovane donna con la quale potrebbe raggiungere la felicità,ma anche questa è destinata al fallimento
Williams scrive in modo semplice ed implacabile. Non sforza la tragedia, non cede al patetismo,eppure commuove profondamente e alla fine Stoner ti sembra di conoscerlo,capirlo,comprenderlo.
La vita , quella che viviamo ogni giorno, diventa grande protagonista . Le atmosfere dolce e amare nello stesso tempo ci ricordano quello che siamo. I nostri progetti finiti in una fabbrica, un negozio,un ufficio, i grandi amori lasciati alle spalle,l'incapacità di agire sul destino nostro e dei nostri cari
Commuove,questo libro, quando si occupa del rapporto tra Stoner e sua figlia Grace, toccando vette di dolente infelicità assoluta,ma senza ricatti morali. Poche frasi,semplici gesti ed è tutto.
Il libro al momento della sua uscita nel 1965 non ebbe fortuna alcuna,quasi 40 anni dopo è stato riscoperto, diventando un cult per lettori e scrittori.
Spero solo non lo rovinino con un brutto film,lo spero tanto.
Voi invece fatevi un regalo: compratelo!
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