lunedì 15 agosto 2016

La versione di c. di Cristiano De Andrè

L'uomo e l'artista. Questo scontro forte, violento, doloroso, non viene compreso e capito da molti. Si pensa che un grande artista, un uomo che sa far vivere le parole, trasformarle in diamanti preziosi, e in emozioni eterne, abbia anche qualità morali ben superiori all'uomo comune. Non è così. Spesso sono persone tormentate, fragili che fanno male a sè stesse e agli altri, padri assenti, uomini violenti, persi nella bottiglia da scolare o nelle droga, o nella più totale assenza verso i propri famigliari.
Un vecchio film di totò si intitolava: siamo uomini, non caporali. Ecco potremmo dire: siamo uomini, non artisti  con la coscienza immacolata, senza problemi e zone buie.



La versione di c è una toccante, commovente, durissima autobiografia, che supera il mero esercizio di descrivere una vita vissuta al fianco di uno dei più grandi cantautori italiani, e non solo.  Va oltre l'elenco degli amici del mondo dello spettacolo e dell'arte, nomi fondamentali e importanti, o della descrizione di come nasce un disco e una tournè.  In questo libro Cristiano De Andrè, si mette a nudo, con grande e sofferto coraggio. Ce ne vuole per metter nero su bianco la grandezza dell'artista e la debolezza dell'uomo, sopratutto di due uomini: padre e figlio.  Fabrizio, il poeta, il grande e stimatissimo artista. anche tanto assente nel rapporto con il figlio, in particolare durante l'infanzia e adolescenza. Cristiano testimone del naufragio dei genitori. Litigi, botte, una madre troppo fragile che getta la sua rabbia sul figlio, la sua solitudine e disperazione sul figlio. Poi arriva la droga, l'alcol, un terribile viaggio di studio in Inghilterra che si trasforma in dolorosi giorni di malattia, abbandono, quasi morte La sofferenza per il sequestro del padre e di Dori Ghezzi, il gesto di perdonare i propri rapitori che divide ulteriormente parte della famiglia. Il rapporto molto bello con il nonno, il padre di Fabrizio. E poi un matrimonio che finisce male, come altre relazioni, i figli messi contro dalla ex moglie. La paura di non riuscir a riprendere un rapporto con loro.
Ci sono anche i concerti, la soddisfazione per la seconda posizione a San Remo, con quel capolavoro che è Dietro la porta, i tanti musicisti e produttori che hanno aiutato l'autore a esser migliore come uomo di musica e anche umanamente. Perché nella vita non è mai completamente musical, ma nemmeno totalmente tragedia.
Un libro importante, potente, forte, il mettersi a nudo di un uomo ferito, fragile e forte allo stesso tempo. Un musicista, ottimo sottolineiamolo bene, che deve confrontarsi con il peso di esser figlio di un immenso artista, libro che in un certo senso ci fa capire che il figlio di un cantante famoso, ha gli stessi problemi famigliari e di relazione anche di un figlio di operai o impiegati, perché possono cambiare le ambientazioni, ma non il male di vivere, l'incapacità di comunicare amore, affetto, bisogno di aiuto.
Non c'è rivalsa, odio, vendetta, in questa opera letteraria davvero notevole. C'è tantissimo dolore, sofferenza, rimpianto per parole non dette, carezze non ricevute o date, desolazione per la fine del matrimonio dei genitori e per il proprio, questo sì. Ma anche moltissima compassione, pietà, una così preponderante umanità su tutto e tutti.
Avrebbe potuto scrivere un libro agiografico, riportando quello che i fans vogliono leggere, o abbandonarsi al rancore, non l'ha fatto
Ci ha donato la vita nella sua gioia e nel suo dolore, di due straordinari artisti. Un dono prezioso che non dobbiamo ignorare

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