lunedì 15 luglio 2013

IL FANTASMA DELL'OPERA di GASTON LEROUX

In estate, per lungo tempo, spesso sulle reti private trasmettevano film horror a buon mercato. Qualche volta, molto raramente, pure qualche classico.
Classico? Possiamo utilizzare questo termine per il genere? Dopotutto il cinema dell'orrore è come quello pornografico, no? La gente vuole sangue e frattaglie, è roba sostanzialmente per ragazzini e ragazzine non cresciuti/e.
Non concordo affatto. Ogni genere ha il suo vertice, la sua opera che usa le regole per dire e fare altro. Una storia quando è buona, funziona, non ha importanza quale che sia la sua origine. Perchè attraverso le storie legate al fantastico e al macabro ci avviciniamo alle radici delle nostre fobie, dei nostri pregiudizi, facciamo i conti con la parte nascosta e che non ci piace presentare ai nostri futuri suoceri.

Quello che mi piace del genere horror è proprio il mostrare il lato oscuro della luna, il rovescio della medaglia, smontare le nostre certezze circa cosa sia il bene,le cose giuste.

Il Fantasma dell'Opera è un libro scritto nel 1910 da un ex avvocato arrivato al  giornalismo giudiziario e poi sportivo. Un uomo che scopre la sua passione per la scrittura, come tanti di noi, e diventa autore di popolarissimi Felleuiton, cioè le storie popolari,per le masse, nobile attività che è alla base dell'espandersi tra il popolo di un immaginario collettivo assai forte, composto da avventure,melodramma e così via.

Romanzo che si presenta sotto le mentite spoglie di un resoconto di cronaca, (bisnonno di tutte quelle "basato su una storia vera",che da anni trionfano sugli schermi nostrani), ambientato durante il periodo del regno di Napoleone III è una splendida ,tragica, commovente , storia d'amore. Con elementi gotici e spaventosi, ma in sostanza io la vedo come una bellissima e struggente saga di cuori spezzati,amori impossibili, destino cinico e baro.

La prima parte è forse la migliore, quella più dinamica , con i siparietti comici ai danni dei nuovi direttori che non credono affatto all'esistenza del Fantasma, l'incidente alle corde vocali che danneggia la voce a una soprano rinomata ,l'incidente mortale nella sala del teatro.




                                     Gaston Leroux - Le Fantôme de l'Opéra.jpg


Comprendi di trovarti di fronte a un capolavoro, a un classico,quando la lettura non è schiava di un preciso momento storico o , in alternativa, quando i personaggi vanno oltre ai limiti temporali dell'opera.

Ecco, questo capita secondo me in questo libro.

Non è difficile per noi , ( quel noi è rivolto a me eh?), identificarci in Eric. Simbolo di una mostruosità celata nelle oscurità di una solitudine cattiva, non voluta ,ma subita per via della sua diversità,. Il viso sfigurato che lo rende impresentabile, la sua furia devastatrice, il suo odio incontrollabile, la sua venerazione per la musica e quel rapporto bellissimo tra lui e Christine, dove luce ed ombra si sciolgono insieme per creare un sentimento controverso di orrore e pietà. E poi c'è Raoul, il nobile che soffre perchè la società vede malissimo un matrimonio tra uno dal sangue blu e una cantante.

Così mentre tu leggi di inseguimenti,languide parole e promesse d'amore, scopri che non è cambiato molto da allora.
I normali, la gente dabbene, la borghesia , i sani, schifano e ostacolano la felicità di chi per un motivo e l'altro non è loro pari.

Divisioni e pregiudizi resistono sempre e a lungo, ne crolla qualcuno solo perchè alla fine fa comodo alle classe dirigente e dominatrice,ma gli Eric di questo mondo riceveranno sempre il disprezzo e l'odio degli altri e loro , obbligatoriamente, non potranno che ricambiare.

Ecco il valore sociale di questa opera mi pare non sia mai stato ben analizzato, si presta attenzione all'intreccio, all'arte artigianale di creare grandi passioni e scontri . Ma quanto ci dice di noi e dei nostri limiti? Quante volte ci siamo sentiti come il grande Signore dei Cunicoli? Quante volte le nostre diversità sono state da ostacolo nei rapporti con gli altri? Magari arriviamo anche a vergognarci di esse,come se la massa di presunti normali abbia qualcosa di sano da donarci.

Io amo profondamente questo personaggio, che a mio avviso rimane forte e vivido anche quando la storia mostra i segni del tempo.

Penso che sia un ottimo regalo,una sana eredità da lasciare ai giovani, con lo scopo di far amare a loro il genere horror, e sopratutto farli ragionare sull'enorme potenzialità che ha la scrittura popolare.

Perchè Eric non è un mostro,ma uno come noi caduto in disgrazia.

ps: tantissime sono le versione cinematografiche , alcune orribili e altre splendide. Quale la vostra versione preferita? Quale la peggiore?

4 commenti:

  1. Mi hai spinta a metterlo in lista, occhialuto!

    p.s.: io ho visto una vecchiiiissima versione in bianco e nero di cui (confesso!) non ricordo praticamente nulla.. ma DI SICURO era molto meglio di quell'OSCENITA' di musical con Gerard Butler!

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  2. è una lettura, a mio avviso, obbligatoria.
    Quella che hai visto, molto probabilmente,è quella con Lon Chaney.

    Il musical l'ho perso con tutto me stesso e con orgoglio,devo dire che è allucinante anche quella del mio amatissimo Dario eh ^_^

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  3. Pure quella del Darione nazionale mi manca :P

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    1. eh...guarda! Non era ai livelli di oggi,ma insomma..na cazzata

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