lunedì 11 luglio 2016

Cipì di Mario Lodi

Che fine ha fatto la " narrativa per bambini"  ? Esistono ancora libri educativi per i più piccini? Molto probabilmente sì. D'altronde i bambini continuano a nascere, per cui la necessità di aver libri di formazione per i bimbi, non penso sia del tutto tramontata. Esattamente come per la poesia, penso che la narrativa infantile sia un pianeta a sé, nell'universo ampio e infinito della letteratura. Il compito di aiutare i più piccini a comprendere i meccanismi della vita, attraverso il discorso della fiaba, va oltre la semplice abilità narrativa. Cè forse un po' di psicologia, e non solo. Però è fondamentale, necessaria, importante. Spesso viene liquidata come cosa per bimbi, nel senso dispregiativo del termine. Cioè qualcosa di semplicistico, banale, sentimentalista. Ma anche se fosse? Va bene così. Ci penserà la vita a renderlo un adulto qualunquista e pressapochista che legge e cita la Fallaci a cazzo di cane. Lasciamo che da bimbi, l'incontro con i libri e il piacere di leggere, avvenga sotto la luce splendida splendente di storie emozionanti, semplici, dirette, eppure ricche di simbolismi e metafore,per insegnare a loro che la meraviglia per la vita, l'amore, la morte, il dolore, è la cosa che ci rende umani.




Ok, è andata così: avevo la febbre, giusto? Direi proprio di sì. Per cui, mentre mia moglie era al lavoro, io me ne stavo a recitare la mia parte di moribondo a casa. Una buona interpretazione. Non ti dico da Oscar, ma un Nastro d'Argento, forse sì. A un certo punto, mentre mi aggiro come  uno zombi in casa, mi imbatto in codesto libro: Cipì di Mario Lodi. Non so cosa sia. Mai sentito in vita mia. Lo prendo, è un libretto corto. Una piacevole lettura penso.
Ecco: la lettura non solo è piacevole, ma è anche avvincente. Ci si appassiona subito a codesto libello. Solo che c'è un piccolo particolare: è triste. Si, ogni fiaba ha un suo elemento di tristezza. Lo so. Ma questo è...Davvero triste. Però di quella tristezza fondamentale che poi serve per raggiungere consapevolezza e gioia. Un insegnamento che oggi, nella debole cultura della felicità precotta e veloce, della soddisfazione del proprio sé in chiave edonistica e superficiale, viene visto come bigotto, reazionario. Oggi viviamo in un mondo di teste di cazzo, ecco . Sicché freghiamoci di quel che dicono o pensano gli altri, e godiamoci la lettura, ma sopratutto il mondo di questo passerotto
La storia è quella di un passerottino curioso, pieno di iniziativa, leale e puro che conosce il mondo e le sue tante meraviglie, ma anche i pericoli. Che siano un campo di grano o il cielo infinito, simboli di gioia e allegria, che il gatto o un temibile gufo, simboli di morte e dolore.
Commuove "Cipì" e non si preoccupa di farlo in modo devastante. Nel 1972, quelli che avendo problemi con le proprie emozioni e la vergogna di palesarle, ciarlano di " cinema trattenuto", di distanza, equilibrio, ecco questi non c'erano. O giustamente non venivano ascoltati. Non ci si vergognava di piangere e an che tanto per un uccellino e le sue tragiche avventure.
Dalla morte di una piccola margherita, all'inverno tragico, alla moria di piccoli per colpa di un gufo. Sono passaggi necessari: si vive e si muore. E in mezzo, tra questi due grandi eventi, c'è spazio anche per trovare la compagna della propria vita, altro messaggio che in epoca di precarietà sentimentale, par assurdo, la comprensione che non siamo soli, ma viviamo in collettività e quindi dobbiamo cooperare, condividere, aiutare gli altri. Ci insegna che talora non verremo capiti e forse anche disprezzati dagli altri, perché la voglia di sapere e la verità, ci spingeranno a non accettare dogmi e verità rassicuranti, ma non dimostrate. E che , quando tutti ci odieranno, è fondamentale non darsi per vinti, ma lottare per la verità. Non tanto per un riscatto personale. No, ma per tutti: noi e gli altri.
Il libro è frutto del lavoro collettivo dello scrittore e dei bimbi di una scuola materna, dove lui - mi pare facesse il maestro- è una perla struggente e appassionante di purissimo sentimento e lezioni di vita, etica, morale. Si, parole che agli uomini liberi e infelici fan tanto paura, ma lasciamo che almeno da bambini, queste cose ci aiutino a crescer un po' meglio.
Riprendiamo l'abitudine di leggerli codesti libri, non tanto per i nostri figli, ma anche per noi stessi.  Ritorniamo a una vaga e imbarazzante purezza di sguardo, di animo. voliamo nella vita e nella morte con Cipì. Non potrebbe che farci del bene.

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